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Il "Nascondino" delle parole

Sono trascorsi tre mesi dall’ultimo post su questo Blog e pochi giorni fa alcune persone mi hanno chiesto se intendo chiuderlo. Senza dubbio, ad oggi il proposito iniziale di Etica-Mente non è stato minimamente raggiunto: se l’intento era, e rimane, di creare una piattaforma di incontro e confronto, beh, al momento mi trovo nello stesso punto di chi, volendo scrivere una lettera, abbia scritto solo “Caro Amico, “. Non sono mancate le provocazioni per il confronto ma, è evidente, ho commesso tanti altri errori.

Ciò premesso, non intendo porre termine ad Etica-Mente e sicuramente tenterò di correggere gli errori compiuti sino ad ora. Seguendo questa direzione, nelle mie silenziose riflessioni dell’ultimo trimestre sono rimasto – ingenuamente – colpito da una constatazione di fatto riscontrabile nella quasi totalità degli ambiti sociali e ovunque nel mondo occidentale: molte parole vengono spese ma le azioni concrete che ne conseguono sono davvero pochissime. E non mi riferisco solo alla politica, ormai popolata per lo più da persone che non credo siano equipaggiate per comprendere null’altro che non sia il loro tornaconto personale. No, potrei fare esempi tanti esempi, spesso vissuti in prima persona, pure negli istituti scolastici, nelle associazioni, nel mondo dell’industria e in generale dell’economia.

È come se fosse in atto una tornata di Nascondino dove le parole rappresentano non solo il paravento dietro cui celare la propria ritrosia al cambiamento o tutelare il proprio interesse particolare, ma addirittura il compimento del proprio impegno, particolare o sociale.

Sembra che i proclami - sensati o meno, urlati o enunciati a voce soffusa – fungano contemporaneamente sia da nascondiglio sia da Tana liberatoria.

All’attivismo verbale segue, nella straordinaria maggioranza dei casi, un’inerzia operativa che lascia tutto in balia incontrollata degli eventi. Attenendomi per semplicità alla realtà italiana, il nuovo lockdown a colori che stiamo vivendo, l’assenza diffusa di “intrapresa” nel settore culturale, l’invocazione di sussidi pubblici e il ricorso alla cassa integrazione a tappeto avranno mille giustificazioni o buone ragioni, e sicuramente sono stati preceduti da enunciazioni auliche e proteste vibranti; tuttavia, è innegabile che oggi siano circostanze di fatto che succedono ad eventi ampiamente prevedibili e a movimenti di trasformazione cominciati ben prima del Covid-19.

Da questo punto di vista, mi ritrovo, pur non condividendone il presupposto filosofico, nella critica serrata che Umberto Galimberti muove da tempo al sistema: con buona pace della cultura classica, la politica guarda all’economia, l’economia guarda alla tecnologia e quest’ultima guarda a se stessa, ossia allo sviluppo ma non al progresso. Risultato, sono pochissime le iniziative che sinceramente aprono nuovi orizzonti.

Cionondimeno, è doveroso riconoscere che esistono anche tante eccezioni a contrario, cui ho volto lo sguardo in questi mesi: aziende che hanno continuato il percorso di espansione internazionale per sopperire alle improvvise mancanze nazionali e continuare ad offrire prospettive future, imprenditori che hanno messo sul tavolo parte della propria ricchezza accumulata per mantenere la stessa forza lavoro, musei che hanno reso accessibile in modo virtuale le proprie mostre permettendo di tener viva la fiamma della conoscenza e dell’emozione, istituti di formazione che hanno reinventato sia i programmi sia le modalità di insegnamento.

La conclusione che ho tratto, dunque, è che è giunto il momento di dare testimonianza che non intendo giocare al Nascondino delle parole, come non ho mai voluto fare.

Sin dalle primissime provocazioni, in questo Blog ho suggerito l’importanza del percorso che dal pensiero faccia discendere un’idea, la quale deve trasformarsi in un progetto concreto finalizzato ad incrementare il Benessere di tutti i partecipanti al contesto di riferimento, secondo una metodologia incentrata sull’Altro da sé.

D’ora in avanti, Etica-Mente cercherà di perseguire il confermato scopo attraverso parole e fatti insieme, raccontando provocatoriamente iniziative vere nelle quali si ritrovano i contenuti di un pensiero.

Oggi ho voluto rispondere a chi mi ha gentilmente chiesto, e che ringrazio di cuore, se e come intendo continuare a dar voce al Blog.

Come sempre, estendo a voi tutti che continuate a leggere un grande grazie !

Simone Rondelli

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